di Sabrina Giannini Fonte: www.report.rai.it |
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Dietro
il tabacco si cela uno dei più evidenti conflitti di interesse nello
Stato italiano che guadagna dalle imposte sul tabacco il 74 per cento
del costo del pacchetto. Inoltre lo Stato italiano incassa anche la
percentuale destinata al produttore (16 per cento) nel caso in cui la
sigaretta venduta è quella prodotta dal Monopolio di Stato. |
Dal Rapporto sulla filiera del tabacco stilata da NOMISMA | |||||||||||
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Di
fatto vanno ridimensionate le cifre, sia per gli esuberi di cui ho già
parlato sopra, sia per gli addetti alla coltura e trasformazione del
tabacco che vengono contati come se le loro economie familiari
dipendessero unicamente dal tabacco, mentre moltissimi di loro sono
stagionali e precari. |
LASCIATE
CHE I FUMATORI FUMINO |
PREVENIRE
SIGNIFICA NON GUADAGNARE |
VIETATO
AI MINORI, ANZI NO |
La FIT
(Federazione Italiana Tabaccai) sta distribuendo presso i tabaccai un
adesivo dove compare una scritta del tipo "Io non posso vendere se
hai meno di 16 anni e tu non puoi comprare". |
Sarebbe
meno ipocrita non imporre divieti. |
L'ex
ministro Rosy Bindi legittimamente rilevò il conflitto tra la scelta di
autorizzare le macchinette e la tutela della salute pubblica e
soprattutto dei minori e il 17 dicembre 1998 chiese ufficialmente al
ministro delle finanze una revoca delle autorizzazioni alle
installazioni delle macchinette. |
LA
PREVENZIONE, I GIOVANI E I VENDITORI DI FUMO |
Ho
richiesto al Ministero della Sanità la cifra a sua disposizione per
programmi di prevenzione. |
L'ufficio VI del Dipartimento della Prevenzione, che riceve per conoscenza le segnalazioni del Ministero delle Finanze al Comando Generale della Guardia di Finanza, circa le infrazioni alla norma di divieto della pubblicità dei prodotti di tabacco, anno per anno, non ha visto affluire al suddetto capitolo somme che permettessero negli ultimi anni, la realizzazione di specifiche attività di ricerca e prevenzione. |
Questa
non è ipocrisia di Stato, ma qualcosa di inclassificabile. |
Qualcosa
non torna. Le scritte delle sigarette compaiono ovunque, mentre le
campagne di prevenzione sono inesistenti. |
Il punto uno e due sono entrambi probabili. Nel primo caso i fatti confermano il "lasciare stare" i fumatori e i trasgressori. Nel secondo parla il fax di risposta del Ministero della Salute. |
Basta
guardarsi intorno per vedere quanto viene poco rispettata questa legge
sul divieto di pubblicità. Le multinazionali del tabacco sponsorizzano
uno degli sport più popolari e seguiti dai giovani, la Formula Uno. Si
dice che per diritto di cronaca non si può fare a meno di trasmettere i
gran premi. Ma ci chiediamo come mai alcuni paesi vietano alle scuderie
di mostrare i loro marchi durante il GP, come in quello che si corre in
Francia. |
Ennesima
conferma dell'ipocrisia di Stato è la sponsorizzazione della moto
Aprilia da parte dell'ETI (Ente Tabacchi Italiani). Sulle moto
sfreccianti si è recentemente vista la scritta MS. |
Troviamo
negli archivi della RAI una trasmissione celebrativa sulla Ferrari
condotta da Bruno Vespa. Che avrebbe dovuto rispettare una legge
italiana e non quella di mercato e chiedere di eliminare dalle Ferrari,
dai caschi, da tutto (perché era ovunque) il marchio
"Marlboro". Certe apparizioni televisive servono soprattutto
per il bene degli sponsor, evidentemente. Sprezzanti della legge
italiana. O ci si può appellare anche in questo caso al diritto di
cronaca? La Philip Morris, padrona del marchio "Marlboro", è
lo sponsor principale della casa di Maranello (136 miliardi l'anno,
mentre la Reetsma tedesca proprietaria del logo West versa 77 miliardi
alla scuderia McLaren, la British American Tobacco spende 157 miliardi
per la Bar della scuderia di Villeneuve, la Seita francese, con le
Gauloises, versa 46 miliardi alla Prost, e via dicendo)? |
D'altro
canto le multinazionali del tabacco hanno da sempre attivato raffinate
campagne marketing al fine di mitizzare il fumo, per renderlo un
comportamento umano "figo", da adulto, utilizzando i miti del
cinema e dello sport. |
PUBBLICITA'...
IN PROGRESSO |
L'annullamento
della direttiva comunitaria è stata chiesta dal quella nazione che si
giudica "civile": la Germania. Bastava un solo paese membro
contrario per attivare la richiesta di annullamento. Nel ricorso è
stato sottolineato il fatto che la direttiva precludeva il commercio di
beni e servizi. |
In base a una sentenza spagnola e a precedenti accordi comunitari le sponsorizzazioni ai tabacchi nella Formula Uno dovrebbero scomparire entro il 2006. E' doveroso, visti gli interessi colossali e i precedenti, usare il condizionale. Quando uscì la direttiva 98/43 tutti gli organi di stampa davano per scontato che la direttiva venisse presto recepita dagli stati membri. |
L'IPOCRISIA
EUROPEA E IL TABACCO ITALIANO |
TABACCO
AL PESTICIDA |
Tra le
altre cose la lotta biologica sembrerebbe dare ottimi risultati sul
tabacco. Abbiamo visto ad Anghiari (provincia di Arezzo) i campi
coltivati di Kentuchy, il tabacco usato per i sigari toscani. I campi
sono quelli del signor Cimbolini che si è prestato per la
sperimentazione della coltivazione biologica di quella varietà di
tabacco che è tra i più irrorati di pesticidi perché la foglia
esterna (detta di fascia) viene utilizzata per "fasciare" il
sigaro, ma quella foglia per essere pagata più di qualsiasi altro tipo
di tabacco, deve presentarsi senza un buco provocato dalle pulci. Quindi
è una guerra agli afidi e alle pulci che rovinano le foglie. Una guerra
chimica. |
Se si pensa poi che il Ministero della sanità, ripeto il ministero che dovrebbe tutelare la salute e che fa le leggi contro il fumo che fa male, per regolamento della Comunità Europea avrebbe dovuto revisionare alcuni pesticidi usati in agricoltura, quelli sospettati di essere più tossici. E non l'ha fatto. l'Italia è così l'unico paese membro dell'unione europea a disattendere il regolamento. |
Per
informazioni generali e per saperne di più sulle tecniche di
tabacchicoltura biologica: |
ENTE
TABACCHI ITALIANI (ETI) |
IL CONSUMATORE PIU' MALTRATTATO Sulle confezioni dei cibi e dei prodotti cosmetici vengono riportati diligentemente gli ingredienti. Sui pacchetti di sigarette no. Per esempio non viene neppure riportato che circa il 20 per cento del contenuto delle sigarette è rappresentato dagli additivi (sono circa 600 sostanze aggiunte al tabacco). Tra queste sostanze aggiunte ci sono anche quelle che inducono alla dipendenza (vedere a tal proposito la sezione sugli Stati Uniti che segue. Basta entrare nei siti delle grandi multinazionali americani per avere la lista, che riporta l'elenco delle sostanze omettendo spesso informazioni fondamentali). Nel fumo di tabacco sono contenute più di 4000 sostanze tossiche. Chi fuma un pacchetto al giorno assorbe in un anno l'equivalente di una tazza di catrame e in 20 anni 6 chilogrammi di particelle di polvere. Nicotina, condensati (catrami o bituminosi), monossido di carbonio e certi gas irritanti (ossidi d'azoto, formaldeide, Acroleina, ecc.) sono gli agenti più nocivi nel fumo per la salute. |
Se
è vero che il fumatore è consapevole del pericolo potenziale
del vizio del fumo, è anche vero che non gli viene spiegata
l'origine dei pericoli, che sono: |
LA
SMOKING-MACHINE: OVVERO COME MENTIRE AI FUMATORI |
L'Europa ha posto un limite massimo di 12 mg (quasi tutte le marche hanno un campionario si sigarette forti che raggiungono il limite massimo e varietà che stanno sotto questo limite). Anche i livelli di nicotina vengono fissati, e se si nota bene, sono circa il 10 per cento del catrame (perché è questa la normale proporzione). |
L'avere posto dei limiti lascia presupporre che superarli potrebbe nuocere alla salute. Le norme prevedono che sul pacchetto vengano riportati il contenuto per sigaretta di nicotina e condensato. I valori vengono misurati facendo fumare una macchina, la smoking-machine, la stessa usata in tutta Europa, che aspira 35 cc di fumo in 2 secondi ogni 60 secondi, facendolo passare attraverso un filtro sul quale si deposita il condensato (quello che aspirerebbe il fumatore). In Italia è il Monopolio di Stato a controllare a turno i livelli di tutte le sigarette in commercio, comprese quelle che produce. Quindi colui che dovrebbe essere controllato è anche il controllore. Ma questo è un problema secondario. Quello primario sta nella procedura. Il quale prevede che il simulatore "fumi" con un tiraggio e per un numero di volte prestabiliti. Lontani dalla realtà. |
Lo ha recentemente provato il Professor Giuseppe Lazzarino (ordinario di biochimica all'università di Catania) insieme a ricercatori dell'Università di Tor Vergata e del Cnr di Roma durante uno studio sperimentale condotto sull'efficacia di un nuovo filtro inserito nel tradizionale filtro di cellulosa. Questo filtro sembrerebbe capace di trattenere il 98,5 per cento del condensato. Ma dalle analisi condotte pesando questi filtri la percentuale di condensato trattenuto (quello in pratica non aspirato) si è scoperto che gli 80 fumatori volontari sottoposti all'esperimento non fumano affatto come la smoking-machine. Il 25 per cento di loro aveva prodotto una quantità di condensato, trattenuto dai sistemi filtranti, ben superiore al valore scritto sul pacchetto, nel 5 per cento dei casi anche tre volte tanto. E' evidente che il modo di fumare "umano" è diverso da quello simulato. I fumatori dovrebbero sapere che quei livelli sono parametri "medi" (informazione che gli viene negata) e che il loro modo di fumare condiziona enormemente la quantità di sostanza cancerogena che aspirano. |
LE
SIGARETTE AMERICANE, ANZI ITALIANE |
Non ho avuto alcuna risposta scritta, l'intervista e neppure una cortese risposta. |
Quindi non sappiamo se il Monopolio ha manipolato le "sue" sigarette, però sappiamo che nei suoi stabilimenti ha prodotto e produce sigarette straniere su licenza. Chi produce potrebbe non sapere delle manipolazioni, almeno a detta del dottor Farone. Dipende dall'accordo che ha stipulato la Philip Morris con il Monopolio (e con tutti coloro che producono le sue sigarette su licenza). Con un altro fax chiedo all'ETI di mostrarmi l'accordo o riferirmi gli estremi. Nessuna risposta. La faccenda è fondamentale, perché se anche il Monopolio (l'ETI) fosse a conoscenza da tempo dei sistemi manipolatori delle multinazionali americane la complicità sarebbe evidente. |
E ancora una volta il fumatore è l'ultimo ad essere tutelato. Non riusciamo a capire come mai alcuni politici gridano contro le lobbies americane senza guardare in casa propria e soprattutto al fatto che l'Italia produce ancora su licenza le sigarette "manipolate". Le continua a produrre sebbene la vicenda americana del giuramento collettivo dei big manager del tabacco e le denunce degli insider che li hanno incastrati risale a quattro anni fa. Quattro anni nei quali nessun politico si è attivato a bloccare questa produzione su licenza. Quindi chi ha iniziato a fumare in questi quattro anni, il giorno in cui si ammalerà a chi dovrà fare causa: a chi ha inventato la sigaretta manipolata, o a chi l'ha prodotta, sapendo? |
Per informazioni giuridiche: CODACONS (Coordinamento delle associazioni di per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e consumatori): http://www.codacons.it e-mail: uln@codacons.it Tel. Ufficio legale nazionale 06/3724971 |
Per chi vuole smettere partecipando ai gruppi di disassuefazione per il fumo organizzati (gratuitamente) dalla Lega italiana per la lotta contro i tumori: telefonare 02/2663481 (o telefonare alla sede più vicina). |
STATI
UNITI ALL'ATTACCO |
E' cambiata anche la mentalità dell'opinione pubblica (quindi delle giurie popolari) e all'origine di tutto c'è il giuramento che i big manager del tabacco fecero davanti al Congresso americano quando il 14 aprile del 1996 giurarono all'unisono "A mio parere la nicotina non dà alcuna assuefazione". Nelle mani dei congressisti antilobbies del tabacco c'erano documenti riservati che provavano lo spergiuro. Documenti che un giovane avvocato originario di Chicago aveva dato al deputato democratico Henry Waxman. Quello fu l'inizio del crollo di immagine dei produttori di tabacco americani. L'avvocato è Clifford Douglas, il primo a scoprire gli "insider", i chimici delle compagnie del tabacco come Jeffrey Wigand la cui storia è stata raccontata nel film "The insider". Lo abbiamo incontrato a casa sua, dove lavora, alle porte di Detroit nel Michigan. |
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Riportiamo di seguito l'intervista che è stata trasmessa : |
Clifford
Douglas |
D: Si sono accordati tra loro? |
R:
«Sì, nel 1972, ci fu in un incontro segreto nelle isole
Martins nel quale uno dei principali scienziati della Philip
Morris, dichiarò ai suoi colleghi delle altre compagnie che il
fumo non esisterebbe senza nicotina e che la manipolazione della
sigaretta non doveva tanto mirare al gusto ma ad aumentare la
dipendenza. E in questi ultimi decenni hanno speso milioni di
dollari per raggiungere questo fine. |
D: Come ha fatto ad entrare in possesso di questi documenti? Li ha rubati? |
R: «Alcuni documenti erano quelli che le compagnie del tabacco dovevano mostrare alle corti di giustizia ma erano vincolate dal segreto. Qualcuno da dentro ha violato questo segreto... facendo sapere della loro esistenza. Questo è estremamente illegale ma è una forma di disubbidienza civile che ha permesso di scoprire tante verità. Altri documenti segreti mi arrivavano direttamente a casa o alle associazioni per la tutela della salute... Probabilmente perché ai tempi ero l'unico avvocato che lavorava sul tabacco. E fu per questo probabilmente che mi contattò "Tosse profonda".» |
-- Tosse profonda, il nome in codice del primo informatore, un insider come vengono chiamati quelli che lavoravano per le compagnie del tabacco. -- |
D: Chi è tosse profonda? |
R: «Ah, non glielo posso dire. Ci sono soltanto sei persone che conoscono la sua identità... Le posso dire soltanto che era un ricercatore della RJ Reynolds. Era turbato per quello che i suoi ex datori di lavoro stavano dicendo. Ma aveva anche molta paura. Tosse profonda disse una cosa che ai tempi, sentirla, fu impressionante.. Ovvero che le sigarette vengono manipolate per aumentare la dipendenza. Grazie a queste persone adesso siamo a conoscenza del fatto che le compagnie del tabacco sapevano che il fumo dà assuefazione e che avevano una tecnologia avanzata che permetteva loro di manipolare le sigarette. E che avevano due possibilità: una era di rendere le sigarette più sicure, due: di manipolarle al punto da rendere i fumatori più dipendenti dal vizio. E loro hanno deciso per questa seconda strada.» |
-- Quel giuramento ha attivato una reazione a catena, suscitando delle crisi di coscienza ad alcuni ricercatori delle compagnie del tabacco americane. La reazione di alcuni di loro fu quella di svelare scottanti verità. Uno di questi oggi vive in California, 50 chilometri a sud di Los Angeles e William Farone, chimico, direttore della ricerca applicata per sette anni alla Philip Morris. Quando nel 1996 la food and drug amministration contattò il dottor Farone lui avrebbe potuto tacere o meglio ancora testimoniare nei processi a favore della compagnia per cui lavorava, come fanno altri suoi colleghi. -- |
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Nota: I suoi ex-colleghi che testimoniano a favore delle compagnie del tabacco ricevono consistenti somme come "ringraziamento" per la fedeltà verso la compagnia, a detta di William Farone. Gli "insider" finiscono con l'avere spesso problemi professionali e quasi nessuno è riuscito a rientrare in attività nel campo della chimica. Il dottor Farone è riuscito comunque a creare una sua attività imprenditoriale perché, come ha dichiarato, non ha clienti legati alla Philip Morris. |
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Segue il testo dell'intervista al dottor William Farone |
William
Farone |
-- Il dottor Farone mostra le manipolazioni utilizzate al solo fine di aumentare la dipendenza. Come l'aggiunta di cacao che libera, con la combustione del tabacco, un alcaloide che si chiama teobromina e che ha un effetto broncodilatatore. -- |
«Sì, è stato così... ma bisogna fare attenzione, perché inizialmente il cacao e la liquirizia vennero aggiunti per migliorare il sapore. Si sapeva ma in modo marginale dei loro effetti. Ma quando si è capito non è stato detto a nessuno. E sono stati aumentati i dosaggi.» |
-- Nel 1996, agli investigatori della fda il dr mostra i documenti in cui si descrive nel dettaglio come veniva studiata la dipendenza dalla nicotina nei laboratori della Philip Morris. Due ricercatori che lavoravano per lui provarono scientificamente quel che fino allora era solo teoria. -- |
«Hanno fatto un test sui topi, che erano indotti a schiacciare un bottone tutte le volte che volevano la nicotina. I topi si usano anche per studiare la dipendenza dalle altre droghe. Se una sostanza dà assuefazione a un topo ci sono alte probabilità che ciò avvenga anche nell'uomo.» |
D: La Philip Morris aveva la possibilità di ridurre la nicotina dalle sigarette? |
R: «Ovviamente sì, crearono un prodotto che non ne aveva. si chiamava next, lanciato su l mercato agli inizi degli anni 90. Ma non ha incontrato i favori del pubblico. e questo è ovvio: chi vuole fumare soltanto per ingerire fumo?! è chiaro che si fuma per il bisogno di nicotina! Questo è un documento PM, da questo grafico si può vedere che più ammoniaca si aggiunge al tabacco più sale il rapporto tra catrame e nicotina. NON serve, insomma, aggiungere nicotina, ci sono varietà di tabacco anche manipolato che ne hanno già molta, ma si possono usare sostanze che ne facilitano la fuoriuscita e quindi l'assimilazione, come l'ammoniaca.» |
-- Questo documento esce dalle stanze segrete dell'RJR .Si faceva di tutto per scoprire perché la Marlboro vendeva di più. -- |
«Negli anni 70 la Brown & Williamson e la R.J Reynolds si misero a studiare la Marlboro, scientificamente, perché stava diventando la sigaretta più popolare. e scoprirono l'esistenza del cacao, della liquirizia e dell'ammoniaca... E aggiunsero alle loro sigarette più cacao, liquirizia e ammoniaca. Qui si può vedere che tutti i prodotti Philip Morris che avevano la nicotina che si libera più facilmente nel corpo vendevano di più. E si può vedere che la Winston, per esempio, dove la nicotina si liberava meno facilmente aveva meno fortuna sul mercato.» |
-- Un documento che dimostra prima di tutto che le industrie del tabacco sapevano, e sanno, dell'importanza della nicotina per le loro tasche. -- |
D: Quando lei era alla Philip Morris aveva trovato un sistema per ridurre i rischi per la salute che non è stato applicato? |
R: «Non l'hanno fatto. E' corretto dirlo.» |
D: Cosa avrebbero potuto fare? |
R: «Tra le sostanze cancerogene tipiche della combustione del tabacco ci sono le nitrosammine.. Si uniscono all'azoto e reagiscono con la nicotina ed altri alcaloidi; l'associazione di queste tre sostanze forma un composto che si chiama "NNK", altamente cancerogeno. Riducendo l'azoto l'nnk non si forma. La tecnologia per farlo esiste, esisteva anche allora, quando io proposi lo studio. Ma loro non lo fecero, perché la ritenevano una procedura troppo costosa!» |
Alan Landers, che per molti anni è stato il modello per gli spot pubblicitari delle sigarette Winston, racconta la sua storia di fumatore che poi si è ammalato (due volte di cancro al polmone e di infarto) nel sito http://www.tangled.com/winstonman/. Oggi Alan Landers dedica gran parte della sua vita incontrando i giovani degli Stati Uniti e di tutto il mondo per fare prevenzione raccontando la sua esperienza. Per chiunque volesse contattarlo: E-mail: WINSTONMAN@webtv.net Joseph
Cherner è il fondatore del comitato SMOKEFREE
EDUCATIONAL SERVICES, INC. che ha sede a N.Y. e che
rapprensenta una delle più agguerrite associazione
antitabacco. |
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"la lotta contro certe droghe" (zhora.it/droga.htm) |