Gea Home

NO-Smoke Gea-News Scuola Alcatraz Demolisci il Mito
Comunicato stampa 24 gennaio 2002 
Smog e fumo passivo, due facce della stessa medaglia. 

Mai come in questi giorni l’attenzione dei cittadini e delle autorità politiche e sanitarie si è concentrata sulla qualità dell’aria che respiriamo a causa dell’inquinamento da PM10, ma sia per i danni provocati sia per le soluzioni proposte non sempre le informazioni disponibili sono convincenti.
La quantità di  polveri sottili presenti in ogni metro cubo di aria sono correlate secondo autorevoli studi internazionali ad un aumento delle   mortalità cardiovascolare e respiratoria: nello "Studio delle 20 Città USA” (Samet e coll. sull’autorevole “New England Journal of Medicine”, 2000) si è dimostrato un aumento progressivo dello 0,51% di decessi giornalieri per ogni 10 microgrammi per metro cubo (mcg/m3) di PM10 nell’aria ambiente.  Anche un recente studio italiano, il MISA (Buggeri, Bellini, Terracini, Epidemiologia e Prevenzione, 2001) ha quantificato gli effetti a breve termine in 8 città italiane confermando questi dati: per questo motivo nell’attuale situazione, che vede stabilita la soglia massima accettabile del PM10 a 50 mcg/m3 e quella d’attenzione a 75, abbiamo assistito  con crescente preoccupazione all’aumento dei  valori medi di PM10 nell’aria, che ha raggiunto livelli di 300 mcg/m3.
Come task force composta da “Istituto senza fumo” (ricercatori e clinici dell’INT-Istituto Nazionale Tumori di Milano) e dai medici di famiglia della SIMG-Società Italiana di Medicina Generale impegnati nell’opera di prevenzione e di educazione sanitaria nei confronti del tabagismo verso i nostri pazienti e i cittadini in generale, ci sembra importante fornire alcune precisazioni fondamentali che precisano e ampliano il senso degli interventi necessari per tutelare dalle micropolveri la salute di tutti i cittadini: 
1.                  Studi autorevoli realizzati anche nei laboratori delle case produttrici di sigarette (Nelson e coll. “Studies of environmental tobacco smoke generated by different cigarettes”,  Journal of Air and Waste Management Association 1998) hanno dimostrato che il fumo di sigaretta produce PM10 in modo analogo all’inquinamento da traffico.
2.                  Ricerche effettuate recentemente dal nostro gruppo (“La misurazione in tempo reale del particolato fine prodotto dal fumo di sigaretta negli ambienti indoor: risultati di uno studio pilota”, Epidemiologia e Prevenzione, in corso di stampa) hanno rilevato che il fumo di sigaretta produce negli ambienti chiusi (indoor) PM10 in quantità molto superiori ai massimi registrati in questi giorni. Per fare un esempio, il fumo di una sola sigaretta in un locale uso ufficio porta il PM10 a concentrazioni superiori a 500 mcg/m3  per oltre 30 minuti, con punte di oltre 4.000 mcg/m3! 
3.                  Il rischio di morbimortalità da inquinamento atmosferico esterno si va quindi a sommare all’inquinamento indoor, nel quale il fumo di sigaretta gioca un ruolo determinante. La somma di questi rischi rappresenta una situazione non ancora studiata, ma sicuramente estremamente preoccupante per la salute pubblica.
 
Queste considerazioni richiedono un intervento da parte delle istituzioni sanitarie,  dei  medici e di chi si occupa di salute pubblica e informazione.
Alle autorità direttamente preposte agli interventi di salvaguardia della cittadinanza chiediamo di non scindere artificiosamente il pericolo rappresentato dalle polveri sottili ovunque queste vengano respirate, in particolare questo significa: 
1)salvaguardia delle categorie più vulnerabili: tutta la cittadinanza, ma in particolare bambini, donne incinte, anziani e ammalati vanno protetti dall’inquinamento outdoor con provvedimenti decisi, efficaci e condivisi che tengano in conto i costi dei danni derivati dal permanere di questa situazione.
 2)l’emergenza outdoor richiede anche interventi di emergenza indoor: i polmoni e i danni sono gli stessi dentro e fuori casa e i provvedimenti contro il traffico andrebbero uniti con altrettanta decisione ai provvedimenti per la salvaguardia dai danni da fumo passivo per tutta la popolazione. Il consiglio di tenere bambini e anziani in casa quando si superano le soglie d’emergenza dell’inquinamento atmosferico va accompagnato dall’indicazione tassativa di non fumare in tutti i luoghi “comuni”, pubblici o aperti al pubblico e di lavoro e dall’esortazione di mantenere libere da fumo tutte le case dove ci sono categorie a rischio o semplicemente non fumatori.
 Roberto Mazza, Roberto Boffi - Istituto Senza Fumo, Istituto Nazionale Tumori, Milano
Giovanni Invernizzi, Germano Bettoncelli - Area Pneumologica SIMG
Info:
Taskforce antifumo: URP INT: Roberto Mazza 02 2390.2772  urp@istitutotumori.mi.it
Ambulatorio per i danni da fumo INT: Roberto Boffi 02.2390.3386  robboffi@tin.it;
SIMG: Giovanni Invernizzi  ginverni@clavis.it 
Germano Bettoncelli  gerbet@numerica.it
Documenti su: www.istitutotumori.mi.it e www.medicichecurano.org