Scuola per Genitori |
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PREMESSA |
In relazione agli incresciosi e ripetuti episodi di violenza e devianza giovanile, al preoccupante aumento dei casi di disagio infantile ravvisabili sin dai primi anni di frequenza nella scuola dellobbligo, lattenzione viene sempre più focalizzata sulla crisi dellistituzione familiare e si evidenzia lurgenza di prevenire attraverso interventi finalizzati alla formazione dellindividuo, della coppia genitoriale, del sistema familiare e sociale in genere. Come evidenziato anche negli atti del convegno di aggiornamento pedagogico tenuto a Roma, a cura della facoltà di Scienze dellEducazione dellUniversità Pontificia Salesiana, si rileva nella famiglia "una grande fluidità determinata dal passaggio da una precisa configurazione istituzionale che le garantiva stabilità interna e forte riconoscimento sociale, ad uno stato di effervescenza e di mobilità che genera insicurezza e fragilità di rapporti" (G. Malizia - LAS, Roma 95). La famiglia nucleare infatti, ridotta di numero e costretta a difendersi di fronte alle incalzanti richieste del mondo esterno, condiziona irreversibilmente la qualità dello sviluppo cognitivo ed emotivo dei suoi membri, abituando ciascuno a porsi come essere frammentario di fronte a se stesso, ai ruoli e ai comportamenti esterni. |
Cercando di inseguire certi modelli ideali, la famiglia molto spesso infatti orienta la socializzazione primaria del bambino in modo ideologico, sovraccaricandolo di controllo non funzionali alla sua crescita personale, ma ipoteticamente utili ad un adeguato inserimento nella società esterna. La carenza di dialogo profondo, di autentica intimità inoltre, lungi dal portare ad una comunione di intenti, promuove una convivenza apparentemente equilibrata, dove le problematiche più intime rimangono del singolo che le vive in solitudine. |
Le contraddizioni oggettive creano nel nucleo familiare una continua oscillazione di atteggiamenti e comportamenti, comunque la rinuncia a progetti educativi capaci di favorire al contempo uno sviluppo armonico della personalità, lautorealizzazione del bambino. Ai valori confusi proposti dai mass-media, si sommano inoltre i problemi dovuti alla povertà del lavoro, alle sempre più numerose famiglie separate e talvolta ricostituite con un genitore acquisito, allincertezza dei nuovi ruoli maschili e femminili. Da qui le paure dei giovani di fronte alle prospettive di formare un nuovo nucleo familiare, la loro protratta adolescenza, la loro ricerca nella famiglia dorigine di unazione rassicurante, di stabilizzazione. |
Per restituire alla famiglia la funzione educativa che le compete, è necessario promuovere e riattivare processi educativi autentici che sappiano creare forme di dialogo partecipato tra le persone che la compongono e la società circostante. Gli sforzi finora attuati dalle agenzie istituzionali appaiono assolutamente insufficienti di fronte alle sfide immense. |
Tra i vari provvedimenti del Ministero della Pubblica Istruzione, molto efficace è stato quello riguardante listituzione di Corsi per Genitori per gli alunni della scuola dellobbligo, allinterno del programma della Educazione alla Salute e Prevenzione Primaria della Tossicodipendenza (C.M. n. 240 del 2.8.1991 e n. 47 del 20.2.1992). Purtroppo lestrema esiguità dei fondi erogati ha vanificato gli obiettivi previsti, giacché solo pochissimi genitori hanno avuto modo di usufruire di questi provvidenziali interventi.
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I CORSI DI SOSTEGNO |
Ecco perciò la nostra proposta di una "Scuola per Genitori", occasione di incontro e di scambio, di possibilità di conoscenza e di consapevolezza finalizzata alla crescita personale e di coppia. |
Fungendo da stimolo, amplificatore, sostegno, il "Gruppo dei Genitori" può costituire uno spazio concreto per riscoprire significati, valori, relazioni, quindi imparare a leggere il comportamento proprio e quello del figlio come il risultato di bisogni e di sentimenti "al di sotto della superficie"; per comprendere linattualità e l'inefficienza del modo tradizionale di disciplinare i figli con premi e punizioni. Da qui la ricerca di opzioni, di sviluppo, dellabilità nellascolto, dellutilità dei messaggi incoraggianti e non svalutanti in presenza di difficoltà e di tensioni nell'ambito del rapporto. |
Alla presenza dellesperto che "sa tutto", si sostituisce il conduttore-moderatore che ha il compito di suscitare il desiderio della ricerca, di facilitare la comunicazione tra i vari membri, di sollecitare un vero e proprio progetto di cambiamento in relazione ai bisogni espressi da ognuno, di coordinare le attività, di incoraggiare a ricercare nuove opzioni comportamentali, soluzioni alternative che si fondano sulla ragione, sulla comprensione logica, su un maggior controllo degli impulsi. |
E' basilare per il genitore apprendere nuove modalità di rapporto partendo dai bisogni autentici del figlio e non dalle proprie aspettative fantastiche; dallattitudine ad apprendere e ad interpretare il linguaggio delle emozioni e dei sentimenti attraverso cui si esprime il disagio. Per attuare ciò è necessario che egli accetti il cambiamento prima per se stesso che per gli altri; che riconosca il disagio del figlio come sintomo del proprio disagio, quindi che si impegni per conseguire un modello di famiglia capace di far crescere tutti e ciascuno, per fare in modo che attraverso lo sviluppo del figlio ognuno completi il proprio sviluppo personale, nella pienezza delle proprie potenzialità interiori, qualità talvolta smarrite nella nostra società. |
Vogliamo una "Scuola per Genitori" che permetta ai figli di vivere la propria famiglia come un campo di esercitazione per un graduale passaggio dalla primitiva dipendenza ad una sempre maggiore autonomia.
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GLI OBIETTIVI |
La scuola si pone dunque come momento di sostegno per i genitori e mira a fornire un quadro di riferimento teorico-pratico in relazione ai seguenti punti: |
le fasi delletà evolutiva |
limportanza della comunicazione sana |
la soddisfazione dei bisogni |
la prevenzione dei comportamenti "a rischio". |
Gli incontri previsti propongono di attivare un processo di apprendimento tale che il "momento educativo" si ponga allo stesso tempo come "momento preventivo" attraverso le successive fasi. |
Promuovere nel genitore la consapevolezza della propria identità di persona e di educatore attraverso la conoscenza delle personali aspettative, disagi, gratificazioni... e la valorizzazione di sé in ambito professionale, familiare, sociale. |
Conoscenza delle numerose problematiche relative al rapporto parentale genitore-figlio, attribuibili a fattori affettivi, relazionali, familiari. |
Acquisizione e padronanza di strumenti per attivare rapporti adeguati per costruire un positivo clima familiare di stima e solidarietà: stare bene insieme. |
Elevare i livelli di comunicazione e la capacità di stabilire contatto, indipendentemente dai fattori specifici di disagio. Educare il ragazzo a costruire relazioni profonde, amichevoli, sane, rispettose di sé e degli altri. |
Fare in modo che i ragazzi apprendano attraverso messaggi e comportamenti dei genitori, la possibilità di far fronte allansia, alle paure, allo stress, alla fatica dello studio, allangoscia causata dalla propria impotenza, inadeguatezza. |
Favorire lacquisizione di un
equilibrio psicofisico del soggetto in relazione ad un ambiente sano, quindi una personale
autonomia che lo protegga dai fenomeni di dipendenza.
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1. Conoscenza dei comportamenti caratterizzati da dipendenza psicologica negativa.
Le forme di dipendenza infantile. Interventi. La lettura del bisogno che determina il comportamento. Dal bisogno al disagio: la risposta della scuola della famiglia. Il bisogno di instaurare relazioni con laltro.2. Modalità per rendere efficace e funzionale il rapporto educativo. Tecniche per la facilitazione della comunicazione.
Intelligenza e affettività: lo sviluppo psicologico e cognitivo del bambino-ragazzo-adolescente. Riconoscimento degli elementi stereotipi che ostacolano la comunicazione positiva. Competenza degli elementi che facilitano o intralciano lo sviluppo infantile. Star bene con se stessi e con gli altri. Le problematiche infantili, pre-adolescenziali, adolescenziali.3. Interventi in grado di offrire ai ragazzi opportunità liberanti, senso della propria esistenza, coraggio nellaffrontare situazioni difficili, acquisizione dellautostima.
Dipendenza - indipendenza - autonomia. Le false libertà: lopposizione, la sfida. Conoscenza di sé e valorizzazione delle proprie potenzialità. Individuazione di attitudini, interessi, capacità. Accettazione di sé e dellaltro. Riconoscimento dei propri sentimenti per esprimerli in modo diretto. Costruzione del concetto di salute come valore essenziale dellesistenza.4. Le forme del disagio infantile - adolescenziale e le sue manifestazioni a scuola e in famiglia.
Gli indicatori dei comportamenti a rischio. I processi di svalutazione. I comportamenti passivi. La capacità decisionale e la responsabilità personale.5. La contrattualità formativa tra genitori - figli, tra insegnanti e allievi, tra genitori e insegnanti.
Il ruolo della famiglia e quello della scuola nellazione formativa. Il confronto costruttivo. La decisionalità partecipata. Collaborazione scuola-famiglia nel progetto "Educazione alla Salute". Collaborazione scuola-famiglia nellidentificare e sostenere lidentità personale e sociale.INDICAZIONI OPERATIVE
Gli incontri sono articolati in momenti informativi e in gruppi di confronto. Viene agevolata la socializzazione delle esperienze dei partecipanti e, attraverso lanalisi della relazione genitore-figlio, si giunge allesame di specifiche problematiche. Gli incontri si articolano in:
Lezioni e momenti di scambio. Test su questionari. Simulate. Studio di casi. Analisi di interazioni verbali.
Coordinamento: Dott. Giacomo Mangiaracina |
Direttivo: Margherita Iavarone, Antonio Coppotelli, Mauro Nanni, Paola Lancia, Silvia Pacella. |
Per informazioni: Tel.: 06- 39722649 |